lunedì 28 marzo 2011

NELLA STORIA!

Un grazie ai nostri campioni per il terzo successo consecutivo in Champions League di volley!

MATEY
NICOLA
BIRA
DORE
OSMANY
LUKASZ
RAPHA
ANDREA
SOK
MAX
JAN
RIAD
BARETTO....












...GRAZIE!!!!

domenica 20 marzo 2011

20/03/2011 A sbinocolare sui Salti di Seo (Brenta)

Partiamo da casa con l'obiettivo di salire a malga Plaz, ma una volta giunti a Stenico, vedendo il Valandro completamente sgombro di neve decidiamo di cambiare meta e andare ai Salti.
Parcheggiamo l'auto a Seo (834 m) e imbocchiamo il sentiero 348.
Fa caldo e il cielo è terso, ai lati della strada fanno capolino le prime gialle primule.
Dopo nemmeno 5 minuti di marcia troviamo degli scavi sospetti e ci fermiamo a fare i rilievi del caso. Dopodiché cominciamo a risalire la ripida e faticosa strada forestale dei Salti.
A circa 1300 metri la strada diventa sentiero, ed è proprio lungo questo sentiero che individuiamo tre grattatoi con vecchi peli d'orso.
Giungiamo ai Salti Sud di Seo (1474 m) e la vista si apre sulle Alpi di Ledro, Carè Alto, Malga Plaz, alta val Laone e ovviamente i verdi pascoli del Valandro.
Sono già stata in questi posti 2 anni fa, ma la meraviglia di fronte a questa visione è la stessa, immutata nel tempo.
Giriamo l'angolo e troviamo i resti di recenti slavine. Decidiamo di salire, per ripidissimi pascoli, sulla cima I Salti (1664 m) dove c'è un piccolo bivacco e tre ragazzi.
Nonostante il vento pranziamo qui, su una cresta in bilico fra due mondi.
Una poiana lancia i suoi richiami dalla val Laone.
Sui versanti sgombri da neve del Valandro pascolano numerosi camosci.
Finito di mangiare ridiscendiamo ai Salti Sud dove possiamo sbinocolare tranquillamente, grazie al lungo facciamo "collezione" di 11 camosci e 4 mufloni.
Riposto il lungo scendiamo a Seo percorrendo la suggestiva vecchia mulattiera che in parte si affianca alla strada forestale.


Claudio con sullo sfondo il Brugnol
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Il bivacco e la testata della val Laone
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venerdì 18 marzo 2011

18/03/2011 A precipizio sul lago di Molveno (Brenta)

Approfittando del ponte della Festa dell'Unità d'Italia con Claudio ci dirigiamo in quel di San Lorenzo in Banale.
Il cielo è blu cobalto e la temperatura è mite.
Parcheggiata l'auto nel parcheggio sotto l'albergo Alpenrose (1050) risaliamo l'ormai famigliare strada selciata di Prada e a 1200 m imbocchiamo il sentiero Vela - Prada che ci porta ai piani di Foschera (1396 m).
Questi pascoli sono puntellati da consistenti chiazze di neve bagnata; ad ogni nostro passo odiamo gli inquietanti rumori d'assestamento del manto nevoso.
Ci fermiamo una mezz'ora a osservare gli alti pascoli con il lungo: su di uno sperone di roccia si staglia orgoglioso un camoscio.
Ci mettiamo a seguire delle piste nelle neve, ma finiamo con l'incastrarci in un fitto boschetto di ramaglie; ritornati sui nostri pasti ci fermiamo a pranzare al casot del Pelmo (1422 m).
Una copia di rapaci, seguita da un terzo incomodo, volteggia nel cielo.
Dopo aver pranzato saliamo verso il bivio di Prada (1538 m); oltrepassiamo questo crocevia e giungiamo a un baito di latta alla base della selvaggia val Dorè. Proseguiamo qualche metro e ci ritroviamo sull'orlo del baratro che precipita sul lago di Molveno.
Tre pernici, nascoste sotto un cespuglio, si alzano in volo fragorosamente; su di un canalone che scende da cima Soran un camoscio pasteggia tranquillamente.
Assaporiamo questi momenti di pace e poi anche se a malincuore ci incamminiamo sulla via del ritorno.

Sbinocolando
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Il Custode
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Il lago di Molveno e la Paganella
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sabato 12 marzo 2011

12/03/2011 Sotto la pioggia in Val Ceda (Brenta)

Nonostante l'inclemenza del tempo eccoci - io, Max e Claudio - sulle sponde del lago di Molveno, nei pressi del Ponte Romano (838 m).
Calzati gli scarponi imbocchiamo subito il ripido sentiero che risale la val Ceda.
Il clima si fa sempre più uggioso e cominciano a cadere le prime gocce di pioggia. Lungo la forestale, a circa 1100 metri, troviamo delle sospette impronte di lince.
Proseguiamo imperterriti inghiottiti sempre più dalla nebbie.
Alle gocce di pioggia s'alterna anche il graupeln.
Ci troviamo nel punto in cui il sentiero si assottiglia e si fa un poco esposto quando un rumore attira la nostra attenzione: ecco due camosci correre velocemente fra le nebbie, ci tagliano la strada e spariscono come sono apparsi. Effimere visioni in un mondo ovattato.
Giungiamo all'ex Malga Ceda Bassa e il manto nevoso comincia a farsi consistente, ma fortunatamente qualcuno ci ha preceduto e troviamo la via già battuta.
Arranchiamo su per un camino di roccia e ghiaccio e giungiamo al bivio del sentiero 326 e 332 A (1501 m), facciamo una piccola pausa e poi c'incamminiamo lungo il bel sentiero che taglia le pendici del monte Sparaveri.
Lungo il tragitto troviamo un vecchio grattatoio d'orso. Poco prima di attraversare un canalone, un raggio di sole buca le nubi e per un attimo la nebbia si dirada per poi richiudersi inesorabilmente su di noi.
Finalmente giungiamo negli ampi pascoli di malga Andalo. In alto, fra due mughi, scorgo un fugace movimento: un capriolo si da alla fuga.
Pranziamo al riparo dal vento davanti a malga Ceda di Villa Banale (1385 m), ma l'umidità micidiale non ci invita a sostare molto.
Per il rientro percorriamo a tratti la strada forestale e a tratti la vecchia mulattiera.

Solitamente in montagna si gioisce quando splende il sole, ma questa gita è stata speciale proprio per il motivo contrario.. grazie alla magia della nebbia mi sono sentita un tutt'uno con il pulsare del bosco.. quindi, in alcune occasioni, ben venga il “brutto” tempo!

venerdì 11 marzo 2011

Aria di primavera.. aria di risvegli ursini..

Con le prime giornate calde iniziamo a fare i primi giri in cerca di segni di presenza del nostro amico plantigrado.
Il 6 febbraio abbiamo fatto un corto giro ad anello sopra Covelo dove abbiamo trovato i primi scavi, ma molto probabilmente si tratta di roba vecchia.
Il 6 marzo è stata la volta de il Coel de Val, sopra Monte Terlago. Con le prime anemoni epatiche che puntellano di viola il sottobosco ci siamo inerpicati lungo il sentiero che sale al passo di S.Antonio; abbiamo rinvenuto alcuni scavi, ma la maggior parte del tempo l'abbiamo passato a sbinocolare gli alti versanti della Paganella. Claudio ha visto correr via un bel camoscio.
Nel pomeriggio dell'8 marzo siamo ritornati in zona Covelo e qui finalmente abbiamo trovato alcuni scavi freschi e dei bei peli incastrati su due grattatoi.
Ha inizio così un nuovo anno alla ricerca dell'orso.

per questo continueremo a salire, a binocolare e scrutare lontano: per scorgere gli esseri fiabeschi che abitano le cime, i pascoli e i valloni.” (cit. “Terre alte “ di Carlo Grande”)


Scavo d'orso

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Peli d'orso su grattatoio

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Nebbie sul Garda

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sabato 5 marzo 2011

05/03/2011 Al rifugio Bergler in compagnia dei lumbard (Rosengarten)

Finalmente, dopo la salita al Legnone nel luglio 2009, approfittando del loro soggiorno altoatesino riusciamo a far un'altra gita in compagnia degli amici “lumbard” Barbara e Luca.
Ci troviamo all'uscita dell'autostrada a Bolzano nord e risaliamo verso Tires.
Qui ci fermiamo per fare la spesa e ci salutiamo calorosamente; per tenere alta la bandiera dell'ignuzzaggine Luca si presenta con una maschera leonina a dir poco agghiacciante.
Con gli occhi puntati sulle guglie del Rosengarten risaliamo fino al passo Nigra (1668 m ).
Qui, con non poche difficoltà ovvero intimiditi prima da un trattore di legname, minacciati poi da un'autista delle corriere e infine mezzi impantanati nelle neve riusciamo a parcheggiare.
Dopo numerosi preparativi eccoci finalmente pronti per partire.
Il paesaggio attorno a noi è, in quanto a innevamento, abbastanza desolante.
Imbocchiamo una stradina che sale accanto a una pista per slittini; a un bivio prendiamo a sinistra lungo il sentiero che porta a Malga Baumann. Nei pressi di un ruscello scatta uno degli innumerevoli raptus fotografici della Barby.
L'innevamento, finalmente, aumenta man a mano che saliamo.
Giunti alla malga imbocchiamo il ripido sentiero che s'inerpica fino ai piedi della Croda di Re Laurino.
Il panorama ci toglie il fiato.. la vista si perde nei lontani profili del Brenta, del Cevedale e delle Alpi Venoste.
Fa parecchio caldo e la neve comincia a essere “morbosa”.. e vai di zoccolo sotto le ciaspole!
Percorriamo un tratto a mezzacosta e poi rientriamo nel bosco. Oltrepassiamo dei canaloni e lungo tratti su terreno ripido saliamo a un terrazzo (ca 2025 m) affacciato sulle Crode di Ciamin e finalmente ecco le agoniate Torri del Vajolet.
Alla sommità del pendio c'è il Rifugio dei Bergler, che noi sostituiamo come meta alla Malga Hanicker.
All'ombra di un larice (ca 2000 m), tra i deliri meteo di Flavio e gli scatti convulsi di Barby, ci concediamo una lunga lunghissima pausa ristoratrice.

Non vorremo mai andarcene da questo luogo di pace e serenità, ma ahimè “ce tocca”. Anziché raggiungere la Malga Hanicker decidiamo di lasciarci cadere lungo i pascoli immacolati.. scivoliamo accompagnati dagli inquietanti, ma non pericolosi vista la scarsa pendenza, rumori d'assestamento della neve.
Luca e Claudio ci precedono perché devono andare a recuperare l'auto al passo Nigra; noi tre invece scendiamo con calma lungo la strada forestale fino al tornante di Purgametsch.
Qui ci togliamo gli zaini e aspettiamo i due autisti.
E si conclude così una stupenda giornata all'insegna della neve e dell'amicizia.

Alcuni scatti

Torri del Vajolet e Rosengarten

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Barbara e Claudio

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Barbara e Flavio

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Folletti del bosco

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Altre foto qui