venerdì 28 dicembre 2012

28/12/2012 Ramponata sullo Stivo (Stivo - Bondone)

Approfittando delle ferie natalizie mi accordo con Max per una gita sulla neve, dopo aver vagliato alcune possibilità optiamo per una meta classica: lo Stivo. Ci farà compagnia anche la cagnolona di suo fratello, Shira.
All'alba - poco prima della partenza - squilla il telefono. E' Linda: le è saltata una gita e si unirebbe volentieri a noi. Ottimo. Ci accordiamo per trovarci al passo di Santa Barbara.
Giunti a Bolognano di Arco ad un bivio notiamo un cartello che parla della chiusura della strada per il Monte Velo - uhm - ma poi non troviamo più nulla quindi diamo per scontato che non ci siano problemi e cominciamo a salire lungo una stretta e tortuosa strada.
Driiiin. Squilla il telefono, è Linda da Santa Barbara che ci avvisa che la strada che scende ad Arco - la nostra - è chiusa. Bene. Proseguiamo comunque e quando mancano due chilometri alla meta troviamo il fatidico "ALT! Strada chiusa", decidiamo quindi di coprire questa distanza a piedi.
La strada è una lastra di ghiaccio, quindi calzo già da subito i ramponcini.
Risaliamo fino al passo di Santa Barbara (1175 m) dove, illuminata dal sole, fa la sua apparizione Linda. Quattro chiacchiere e poi via, risaliamo lungo la strada fino al pianoro di S.Antonio (1220 m) dove imbocchiamo il sentiero 608 bis che coincide con una mulattiera. Anche Linda decide saggiamente di calzare i ramponi.
Ci alziamo sempre più e il panorama si apre, il Garda si dispiega con mille riflessi e scintillii verso la pianura. Ma ecco che arrivano i primi refoli di vento, aiha.
Giungiamo nell'ampia conca di Malga Stivo (1748 m) e il vento è insopportabile; al riparo di una fatiscente costruzione ci fermiamo a bere del the caldo, mentre il nostro amico quadrupede, per la gioia del badante, si pappa un bel topo.
Ora dobbiamo affrontare il ripido strappo finale, saliamo indomiti con il vento che ci spara in faccia raffiche di gelidi cristalli, giungiamo così in cresta dove affrontiamo l'ultimo delicato traverso ed infine giungiamo all'Ultima Casa Accogliente ovvero il Rifugio Marchetti sul Monte Stivo (2009 m).
Un orzetto e una polenta calda non ce li leva nessuno.
Soddisfatti e rimpinzati ci prepariamo per il rientro, sono indecisa se mettermi i ramponcini o no, alla fine li metto ed è peggio, ogni due metri devo fermarmi per togliere il maledetto zoccolo che si forma tra le punte..beata la Linda e i suoi ramponi "seri".
Rieccoci a malga Stivo dove facciamo un'ultima pausa the, mentre Shira fa merenda con un bel panin.......
Il crepuscolo si fa strada, con Linda sosteniamo Max nei punti critici ovvero dove la strada è interamente coperta dal ghiaccio, giungiamo così a Santa Barbara dove salutiamo la nostra amica mordace.
Ci aspettano ancora due chilometri di asfalto e ghiaccio, e con un tramonto che infuoca la Rocchetta giungiamo infine all'auto e alla fine di un altro appagante anno escursionistico.

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giovedì 27 dicembre 2012

01/12/2012 Per l'ennesima volta alla Croce di Fai (Fausior)

E' arrivato l'inverno e anche un po' di neve.
Il cielo è cupo e cade qualche fiocco quando parcheggiamo a Santel (1033 m). Imbocchiamo di gran lena la forestale e poi la strada delle Mozzane; come ormai d'abitudine ignoriamo il sentiero ufficiale e proseguiamo verso malga Val dei Brenzi per poi prendere un anonimo sentiero.
Eccoci nella "nostra" valletta circondata da pallide rocce calcaree e abeti bianchi, il ricordo corre immancabilmente e con una certa nostalgia alla Slovenia.
Arriviamo alla baita Campedel (1364 m). Stiamo camminando sotto una lieve nevicata e il paesaggio intorno a noi è coperto da un sottile strato di candido biancore.
Poco oltre imbocchiamo l'amena valletta che sale alla Croce di Fai.
Che pace, che silenzio. Il sentiero è solcato da numerose piste d'animali.
Giungiamo in cima, ci saranno una quindicina di centimetri di neve. Fa troppo freddo per pranzare, così sorseggiamo solamente un po' di infuso caldo e mangiamo qualche biscotto.
Per il rientro percorriamo la "famigerata" strada forestale che taglia il versante sud orientale del Fausior. Sulla via del ritorno individuiamo un sentiero che potrebbe essere papabile per l'orso: andiamo in avanscoperta e come subodorato rinveniamo vecchi peli su di un tronco divelto.
Ritornati sulla strada in breve raggiungiamo Santel.

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