venerdì 31 maggio 2013

25/05/2013 - 01/06/2013 Una settimana alle Cinque Terre

Quest'anno per le "solite" ferie di fine maggio abbiamo optato per un posto di mare, il Parco Nazionale delle Cinque Terre, nella riviera ligure di levante.
Le Cinque Terre sono un frastagliato tratto di costa compreso tra Punta Mesco e Punta di Montenero, nel quale si trovano i famosi e rinomati cinque borghi o terre: Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore.
Esse sono inserite in un contesto orografico collinare aspro e accidentato, addolcito dall'uomo grazie alla costruzione di terrazzamenti per la coltura di viti e olivi, che digrada con forte pendenza verso il mare; nelle insenature dove l'acqua s'insinua nella terra sorgono i borghi.
Per "colpa" della loro natura accidentata alcuni dei numerosi sentieri che le solcano sono stati chiusi per sicurezza o andati distrutti.
Nell'ottobre del 2011 una violenta alluvione e le successive frane hanno anche provocato diversi morti specie nei comuni di Monterosso al Mare e Vernazza, incredibili e da brividi sono le immagini e i filmati di quei tristi giorni che si possono visionare sul web.
Come campo base, abbiamo scelto la valle di Levanto, verde vallata situata oltre Punta Mesco e fuori dal parco. Il nostro appartamento, "Zia Mari", si trova precisamente nel borgo medioevale di Montale frazione di Levanto, sulle colline dove siamo stati magnificamente ospitati da Mari e suo marito Pier, due persone di rara cortesia.
Domenica 25 saliamo sul treno (mezzo fortemente consigliato per spostarsi in queste zone) direzione Vernazza dove, dopo anni di conoscenza virtuale, finalmente incontriamo dal vivo Giovanni, sua moglie Carla e il loro figlio Alessandro.
Dopo quattro chiacchiere con Giovanni e Alessandro ci prepariamo ad affrontare il sentiero 2, ovvero il sentiero che collega Vernazza a Monterosso al mare. Il viottolo in alcuni punti è stretto e vista la moltitudine di gente che lo sta percorrendo, bisogna fare i turni per passare.
Attorno a noi si alternano pini marittimi e agavi e a picco sotto di noi un mare di un blu intensissimo. Giungiamo così a Monterosso al Mare dove c'è la sagra dei limoni e ci sbafiamo un'ottima focaccia genovese.
Ritorniamo poi a Vernazza in treno, facciamo un giro turistico per il paesino e seguendo stretti carruggi e ripide arpaie (scalinate) giungiamo sulla torre panoramica di Doria; concludiamo in bellezza la giornata con una cena a base di trofie al pesto sul balcone fronte mare di Giovanni.
Lunedì 27 prendiamo l'auto e passando per La Spezia giungiamo a Portovenere. Questa zona è tutelata dal Parco Naturale Regionale di Portovenere.
Il piccolo borgo antico sorge all'estremità meridionale di una penisola e va a formare la sponda occidentale del Golfo della Spezia altrimenti detto golfo dei Poeti, chiamato così perché molti poeti furono folgorati dalla bellezza del luogo.
Di fronte a Portovenere si trovano tre isole - Palmaria, Tino e Tinetto. Con Claudio decidiamo di far il giro di queste isole con il battello, partiamo ma sorpassata l'isola del Tino il comandante decide di rientrare per via del mare troppo mosso.
Dopo un gustoso pranzo a base di frittura mista andiamo a esplorare le vie del borgo. Prima visitiamo la splendida chiesa di San Pietro costruita sui resti del tempio dedicato a Venere e situata sulla punta del promontorio, poi risaliamo fino alla chiesa di San Lorenzo e infine al castello Doria, purtroppo chiuso.
Martedì 28 visto il tempo brutto andiamo a visitare l'acquario di Genova e pomeriggio facciamo tappa a Sestri Levante. Ritorniamo a casa percorrendo una tortuosa strada valicando il “famigerato” passo del Bracco.
Mercoledì 29 decidiamo di andare a visitare le altre tre Cinque Terre. Con il treno raggiungiamo Corniglia, l'unico dei borghi che non è affacciato sul mare e quello più a vocazione contadine. Anziché affrontare i famosi 377 scalini della Scalinata Lardarina, che faremo al ritorno, risaliamo lungo la strada carrozzabile. Il paese si sviluppa lungo la direttrice della via principale e giungiamo al belvedere della terrazza di Santa Maria.
Dopo aver fatto una gustosa colazione andiamo a Riomaggiore, il borgo è composto da diversi ordini paralleli di case e torri genovesi che seguono il ripido corso del torrente. Dopo un giro sulle ripide scalinate, scendiamo in riva al mare dove vorremmo andare alla Torre Guardiola, ma il sentiero è chiuso, ci fermiamo così su un'ansa e assistiamo a una bella e magnetica mareggiata con onde altre fino a una decina di metri, evitandoci per un pelo un bagno!
Concludiamo la giornata a Manarola, il borgo verticale, dove facciamo il solito giro per i carruggi e poi ci dirigiamo alla panoramica Punta Buonfiglio.
Giovedì 30 giochiamo in casa ,parcheggiamo l'auto sul lungo mare di Levanto e imbocchiamo la pista ciclabile che, ricalcando il vecchio tracciato della ferrovia, porta a Bonassola, un piccolo borgo balneare molto tranquillo.
Usciti dall'ultima galleria deviamo verso la punta del Carlino (o del Levanto), il sentiero lambisce il bosco di pini e la scogliera sottostante, in breve raggiungiamo la punta dalla quale si gode uno stupendo panorama. Ritorniamo sui nostri passi, ci fermiamo a pranzo in un bar della cittadina e poi ci dirigiamo verso l'altro punto panoramico, la Punta della Madonnina. Risaliamo lungo la scalinata dell'Oratorio di S. Erasmo e giunti sulla carrozzabile proseguiamo fino alla chiesetta che si trova a picco sul mare. Qui ci rilassiamo un bel po'.
Venerdì 31, ultimo giorno, decidiamo di andare a Portofino, ma avvertiti sul prezzo esoso del parcheggio, lasciamo l'auto qualche chilometro prima e percorriamo il bel sentiero panoramico, prima lungo il mare e poi nel bosco, che porta in questa rinomata cittadina.
Come ben si sa il borgo brulica di negozi costosissimi e nella baia stazionano yacht milionari, facciamo un giro per il centro e, dopo aver mangiato una focaccia (pagata a peso d'oro pure questa), andiamo a far una passeggiata fino al faro.
Il Promontorio di Portofino è protetto da un parco naturale regionale e in esso s'incontrano boschi appenninici e la macchia mediterranea. Ospita una delle maggiori concentrazioni floristiche del Mediterraneo, una notevole varietà di uccelli e invertebrati e i fondali conservano l'intera gamma delle biocenosi marine dell'alto Tirreno.
Ritornati al borgo prendiamo il bus fino all'auto.
Si conclude così la nostra settimana "marittima", tra numerose camminate e viste mozzafiato, in luoghi dove la natura è selvaggia e non perdona, dove i boschi arrivano fino al mare e quasi tutti girano con le scarpe da trekking.. a tutti i "montanari" consiglio di passare qualche giorno in queste meravigliose terre!

Spiaggia di Levanto
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Vista dal nostro appartamento, la baia e la valle di Levanto
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Vernazza
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Portovenere
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Corniglia
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Riomaggiore
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Bonassola
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Portofino
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mercoledì 1 maggio 2013

Primavera ursina (e non)

In questa primavera dominata dal mal tempo non sono certo mancate le escursione sia pro-orso che senza un particolare scopo. Il mio nuovo stato non mi permette di scalare vette e fare chissà quali imprese, ma per fortuna di strade forestali e sentieri comodi ce ne sono a bizzeffe.

Con l'amica Elisa abbiamo esplorato alcuni luoghi della val di Cembra, in particolar modo il monte Corona sopra Ville di Giovo e i dossi del Mancabrot nei pressi di Valternigo. Su questi dossi corre il sentiero naturalistico del Mancabrot e del Lac del Montesel, sentiero creato e voluto dal WWF che offre molti spunti naturalistici e paesaggistici. Quest'itinerario l'abbiamo percorso anche come gita d'apertura della SAT.

Con Claudio siamo andati in avanscoperta sui dossi di Terlago, parcheggiata l'auto all'hotel Ciclamino abbiamo risalito l'arida valletta fino al bivio che porta a Bocca Paloni; in altre due occasioni abbiamo invece attraversato i verdi prati di Prada, sopra i laghi di Lamar, dove le possibilità per sbinocolare le selvagge pareti meridionali della Paganella non sono certo mancate. Sempre per quanto riguarda la dorsale Gazza - Paganella, con l'amico Max, dopo due anni abbiamo ripercorso il sentiero Vili nel tratto Margone - Covelo e qui purtroppo le tanto odiate zecche sono ritornate a farci compagnia.

Nella primavera ursina non poteva mancare il nostro amato Fausior e i suoi boschi dal sapore sloveno. Con partenza da Santel abbiamo risalito la forestale e, grazie a un invitante sentiero non mappato, abbiamo piegato verso Cortalta, da qui per sentiero e strada fino alla baita Campedel.

E' la volta poi del Brenta meridionale, con Max siamo andati in cerca di nuove forestali sopra l'abitato di Ragoli e sotto una pioggia battente siamo giunti alla località Ancis partendo dalla verde e rigogliosa Val Manez. Nei prati di Ancis abbiamo potuto ammirare le prime genziane della stagione.

Concludiamo con due gite in Arza: una serale sulla pianeggiante strada della Mancaiana e una al Doss Quarta o Carta e al Rifugio Genzianella.
Per quest'ultima siamo partiti con Max dalla Malga d'Arza e percorrendo un vecchio sentiero che attraversa boschi di larice, pozze e radure incantevoli siamo giunti sotto il Terzo Scalino del Corno, da qui la vista si apre sulla sinistra orografica della val di Tovel. Dalla località La Selva abbiamo tagliato per il bosco e siamo giunti in località Beora - Goze. Abbiamo risalito la forestale e abbiamo raggiunto il rifugio Genzianella, dove abbiamo pranzato. Il freddo ci sprona ben presto ad andarcene, lungo la forestale che ci porta al rifugio doss della Quarta o Carta, avvistiamo un gallo cedrone.
Al rifugio ci fermiamo un poco in compagnia di un custode forestale e poi percorriamo la ripida forestale che ci porta al rifugio Fontana dove abbiamo parcheggiato una delle auto.
Mai fermarsi!

Pochi scatti.. il tempo non ha di certo aiutato.
Prada
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Baita ad Ancis
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Autoscatto al rifugio Genzianella
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